Archivi della categoria: anarchismo

Aprire amori, chiudere frontiere?

Viviamo in un sistema che ci dice che l’arrivo dell’altr@ non è mai una buona notizia, che l’altr@ non ha il diritto di esserci.
Il pensiero monogamo e la xenofobia condividono la paura dell’alterità

revolution

Un pezzo di Brigitte Vassallo pubblicato da Pikara magazine in occasione di San Valentino. Poiché la data, in qualche modo, impone che si parli d’amore, Vassallo coglie l’occasione per “ricordare le implicazioni profonde che comporta l’affermazione del personale come politico e domandarsi fino a che punta arriva il nostro pensiero critico sull’amore.”

Nella traduzione, si è scelto di rispettare la volontà dell’autrice che usa sempre il femminile, anche quando parla di “un altro”, che non è mai un soggetto neutro, né, tanto meno, può avere la pretesa di assurgere a maschile universale. Buona lettura

Il pensiero monogamo

La monogamia non riguarda i numeri, non riguarda la quantità. Se la pensiamo così è per un errore dell’antropologia (eurocentrica ed androcentrica) che l’ha definita in opposizione ad altre forme di relazione senza mai mettere a fuoco le dinamiche, ma solo la quantità delle persone coinvolte. Da questa base affermiamo che la monogamia è costituita da due persone e la non-monogamia da più di due (a meno che siano musulmane, che allora già gli diamo un altro nome e non suona male).  Continua a leggere →

Il femminismo un giorno sarà contro l’aborto, se continua su questa strada

11931665_1045218208824286_1979868158_n

Leonor Silvestri parla con Florencia Arriola dell’amore, dell’eterosessualità, del capitalismo, della sorellanza o dei “territori morali” che impone anche il femminismo. Traduzione da Pikara magazine

Ha saputo essere una filologa antica e, anche se ha vissuto molte morti nella sua esistenza, oggi si dedica a dare lezioni a casa sua come una sofista dell’antichità. Poco umana e radicale, decostruttrice dell’amore romantico e distruttrice dell’eteronorma, Leonor Silvestri fa poesia, scrive, pratica sport di combattimento e balla dancehall e reggaeton. Sono questi i modi in cui accresce la sua potenza  e si reinventa, mentre cerca nuovi artifici che mettano all’angolo l’eterocapitalismo Continua a leggere →

In ricordo di Clément Méric e delle sue lotte

mort antifa

Il 5 giugno dello scorso anno, Clément Méric, giovane studente antifascista francese, viene picchiato a morte da un gruppo di naziskin in una strada di Parigi. Vogliamo ricordarlo attraverso la traduzione di un suo breve ritratto, pubblicato qualche mese dopo la sua morte da Alternative Libertaire, scritto da uno dei suoi compagni di Solidaires-Étudiant-e-s, sindacato studentesco in cui aveva deciso di militare. Qui l’articolo in francese

Ami, si tu tombes un ami sort de l’ombre à ta place
(amico, se tu cadi, un amico esce dall’ombra al tuo posto)
Anna e Giovanna del Laboratorio Le Antigoni Continua a leggere →

Performando il pornoterrorismo

IMG_0034

Un estratto da Pornoterrorismo di Diana J. Torres, uscito in Italia ad aprile 2014 e pubblicato da Golena edizioni.

Un Grazie grande all’autrice e all’associazione Golena. Accattatevillo e leggetevelo tutto!

Uno scenario è un letto, una tomba, un patibolo un tappeto volante, una plaza de toros, una roulette (russa), una fogna, una culla, un altare, un mattatoio, un sotterfugio. Tecnicamente sono malata. Lo chiamano esibizionismo. Io preferisco non dare un nome a ciò che mi succede subito prima di entrare in scena. E’ un misto di eccitazione, fierezza, incazzatura e la profonda necessità di dire quello che devo, di fare il mio lavoro. Quello che succede quando mi trovo di fronte al pubblico ha, si, un nome: pornoterrorismo. Ma è solo un nome, una parola che sfiora solo di sfuggita la realtà di ciò che faccio, quello che descrive meglio, in una sola parola, cio che succede sullo scenario.[…] Continua a leggere →

Chile: risignificare l’8 marzo, giorno di lotta femminista.

y7970707798-730x350

da http://www.biobiochile.cl/2014/03/07/feministas-orinan-frente-al-sernam-para-celebrar-el-dia-de-la-mujer.shtml

Manifestando il rifiuto del ruolo svolto dal Servizio Nazionale delle donna (Sernam) nella protezione del genere femminile, un gruppo di attiviste incappucciate ieri ha realizzato un signolare atto di protesta davanti alla sede dell’organismo nel centro di Concepciòn. A giudizio del gruppo di lesbiche e femministe autonome, il Servizio nazionale della donna svolge un ruolo debole e paternalista, che perpetua la vittimizzazione delle donne, le aggressioni della polizia alle mapuche, il sessismo, la lesbofobia, la violenza di genere, il femminicidio e la negazione dell’aborto.

Continua a leggere →

Beatriz Preciado. Moltitudini queer- Note per una politica degli anormali

Traduzione di Dalila Ingrande dell’articolo Multitudes queer, notes pour une politique des “anormaux”, da http://multitudes.samizdat.net

moltitudine queer

Beatriz Preciado

Università di Paris VIII

Moltitudini queer: note per uma politica degli “anormali”

 Abstract: questo articolo tratta della formazione dei movimenti e delle teorie queer, della loro relazione con i femminismi e dell’utilizzo politico di Foucault e Deleuze. Esplora inoltre i vantaggi epistemologici e politici, per la teoria  e il movimento queer, dell’uso della nozione di “moltitudine” in relazione a quella di “differenza sessuale”. Differentemente da ciò che accade negli Stati Uniti, in Europa i movimenti queer si ispirano alle culture anarchiche e alle emergenti culture transgender per combattere l’”Impero Sessuale”, proponendo, come è noto, una deontologizzazione delle politiche delle identità. Non c’è più una base naturale (“donna”, “gay”, etc.) che possa legittimare l’azione politica. Quello che importa non è la “differenza sessuale” o la “differenza degli/ delle omosessuali”, ma  le moltitudini queer. Una moltitudine di corpi: corpi transgender, uomini senza peni, gounis garous, ciborg, donne butch, uomini lesbici, eccetera. La “moltitudine sessuale” appare, così, come il soggetto possibile della politica queer.

parole chiave: teoria queer; politiche dell’identità; moltitudini queer. Continua a leggere →

Chi si ricorda di Amina?

Al di là del Buco

aminafeministattackdi Frantic (Effetto Farfalla Blog)

Aveva pubblicato una foto a seno nudo su Facebook, era stata arrestata a maggio. Esce di prigione il primo agosto, molla le Femen. Le accuse che muove loro: sono islamofobe, sono poco chiare nel far presente chi le finanzia. Basta così? Cerco in rete e trovo l’intervista integrale ad Amina sull’Huffington Post dove spiega eloquentemente le sue ragioni. La prima cosa che noto è che Repubblica sintetizza in maniera brutale.

Normale, si potrebbe dire, in fondo parliamo di Repubblica, che non è esattamente un quotidiano campione in serietà. Sì, probabile; ma intanto la sua sintesi monca non fa il benché minimo riferimento alle sue scelte politiche e menziona soltanto una sua generica anarchicità, peraltro messa pure tra virgolette. Vabbé. Non credo di avere una conoscenza trascendentale del francese, ma capisco cosa c’è scritto. “Il problema non è Ennahdha o Rached Ghannouchi. Il…

View original post 695 altre parole

Anarchismo e intersezionalità

bimba anarchyArticolo tradotto da anarkismo.net

Rifiutando di aspettare: anarchismo e intersezionalità

L’anarchismo può imparare molto dal movimento femminista.  Sotto molti aspetti lo ha già fatto. L’anarco-femminismo  ha sviluppato analisi del patriarcato che collega quest’ultimo alla forma stato. Abbiamo imparato molto dallo slogan “il personale è politico” (e gli uomini che sposano la causa dell’uguaglianza tra tutti i generi, nella loro vita dovrebbero trattare le donne con dignità e rispetto). Abbiamo appreso che nessun progetto rivoluzionario può essere completo fino a quando gli uomini sistematicamente domineranno  e sfrutteranno le donne; che il socialismo è una meta piuttosto vana- anche se è “senza stato” – se la dominazione degli uomini sulle donne è lasciata intatta. Questo saggio afferma che gli anarchici possono ugualmente imparare dalla teoria dell’intersezionalità che è emersa dal movimento femminista.  Continua a leggere →

Intervista a Maria Galindo su Evo Morales, educazione sessuale e ribellione femminile in Bolivia.

La femminista radicale boliviana Maria Galindo su Evo Morales, educazione sessuale e ribellione nell’universo femminile.

di Sheryl Green e Peter Lackowski

Articolo pubblicato da upsidedownworld.org Tradotto in italiano da TheHighPeak, revisionato da Feminoska, H2o e Alice89

ekeka2

La Ekeka verso la libertà. Creazione di Danitza Luna


Mujeres Creando è un’organizzazione femminista radicale che  affronta la struttura patriarcale della società boliviana dagli anni ’80. Abbiamo parlato con una delle sue fondatrici, Maria Galindo, nel ristorante del loro piccolo hotel e centro culturale nella Capitale La Paz, mentre la stazione radio di Mujeres Creando, che trasmette dalla stanza a fianco, risuonava dagli altoparlanti in sottofondo.Quando Maria ci ha raggiunto era in compagnia di un altro nordamericano, Phillip Berryman, un insegnante e traduttore professionista e ci ha spiegato che poiché anche lui le aveva richiesto un’intervista avrebbe risposto alle nostre domande insieme. Continua a leggere →