Archivi tag: essenzialismo

Il femminismo è stato sequestrato dalle donne bianche della classe borghese

asiansQuesta è la trascrizione del discorso tenuto da Myrian Francois-Cerrah in occasione di un dibattito  alla Oxford Union il 12 febbraio, in cui ha sostenuto la mozione approvata “Questa Camera è persuasa che il femminismo sia stato sequestrato dalle donne bianche borghesi“.

Myriam Francois-Cerrah, femminista postcoloniale e ricercatrice alla Oxford University, studia i movimenti islamici in Marocco e si occupa di Medio Oriente e dell’attualità in Francia. E’ giornalista, anche televisiva e  radiofonica, che, oltre a collaborare con testate quali  The Guardian, New Statesman, The Independent, Middle East Eye e Al Jazeera English, anima dibattiti televisivi su Sky News, BBC Newsnight, Channel 4 news, etc.

L’originale del suo intervento qui. Traduzione collettiva con feminoska e Jinny Dalloway. Continua a leggere →

Smontare narrazioni tossiche. La prostituta nigeriana

bitchface2In un intervento presentato nel 2005 al convegno “Il mito del buon italiano tra repressione del ribellismo e guerre civili” che aveva come oggetto i crimini sessuali del colonialismo fascista nel Corno d’Africa, Nicoletta Poidimani analizzava come la rappresentazione delle donne africane, somale, eritree etiopi, ma anche libiche, a partire dal colonialismo liberale di fine ottocento è stata volta al loro appiattimento sull’identità sessuale, per di più connotata da ipersessualità. Tale rappresentazione, culminante nel mito della Venere nera, è stata autorizzata anche all’inizio del fascismo per legittimare lo stupro coloniale e per convogliare forza-lavoro maschile in quei territori. Continua a leggere →

Roma negata di Scego – Bianchi. L’Italia rimossa tra percorsi postcoloniali e ritorni di colonia.

da Carmilla

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Da noi il viaggio di migrazione si chiama tahrib e il sentimento del viaggio si chiama buufis. Ho sempre trovato la parola buufis una parola allo stesso tempo inquietante e bellissima. Nella lingua corrente buufis significa gonfiare. Si gonfia una ruota, un palloncino. Ma si gonfia anche la speranza. Ed è questo significato della parola che si è imposto in questo triste ventennio di guerra civile somala. Buufis, mi ha detto una volta un ragazzo richiedente asilo, è come l’amore, è qualcosa di inspiegabile, ti prende alle viscere e tu non sai bene perché. E’ la voglia, mi ha detto, che hai di cambiare vita, di migliorare la tua situazione. Il buufis ti fa scappare da guerre, dittature, da torture, da stupri. Ma il buufis l’ho visto anche in Italia, nei giovani che vanno in Germania o Inghilterra in cerca di lavoro, per cambiare situazione di vita.

Igiaba Scego, Rino Bianchi, Roma negata. Percorsi postcoloniali nella città, Ediesse, p. 44

Il buufis, ossia la voglia di viaggiare intesa come diritto alla mobilità e insieme alla conoscenza, attraversa e muove i percorsi postcoloniali di Igiaba Scego e Rino Bianchi in una Roma negata ripercorsa in un alcune tappe fondamentali scandite non solo da monumenti, strade, piazze, ma anche dai volti fotografati dall’obiettivo di Rino Bianchi. Un processo, dunque, di attraversamento e di riappropriazione dello spazio urbano, volto a decolonizzare lo sguardo e risignificare gli spazi, rivendicando una storia comune. Continua a leggere →

Il privilegio bianco spiegato ad una persona bianca al verde

Eunique Jones

2014 Foto di Eunique Jones

Sul privilegio bianco, espressione  conosciuta poco o niente in Italia e che generalmente suscita fastidio  in chi la sente riferire a sé stess@ – si tratti o meno di una persona che si definisce femminista –  la traduzione di un articolo di Gina Crosley-Corcoran. L’analisi di Crosley-Corcoran,  pur muovendo dallo specifico della situazione americana, può essere applicata senza difficoltà anche all’Europa, Italia inclusa. Provare a calarsi in uno dei punti suggeriti per credere. E’ da lì che proviene il fastidio.

Il privilegio bianco spiegato ad una persona bianca al verde

di Gina Crosley-Corcoran

Anni fa alcune femministe via internet mi dissero che ero “una privilegiata”

“Che ca**o!?!?” risposi Continua a leggere →

L’essenziale e l’essenzialismo di un gesto

non solo fica

da Carmilla

Negli anni Settanta faceva irruzione nelle piazze un gesto, quello di due mani a L unite a formare il simbolo della vagina, che, come contraltare al pugno chiuso, per le donne voleva avere un carattere di appropriazione di se stesse e significare la presa di parola nella scena pubblica e nel dibattito politico.
Sessant’anni dopo la casa editrice DeriveApprodi gli dedica una pubblicazione, Aa. Vv. Il gesto femminista, a cura di Ilaria Bussoni e Raffaella Perna, pp. 166, € 20, ricostruendo una genealogia, raccogliendo documenti anche fotografici e cercando di comporre quanto di quel gesto si è sedimentato nel presente. Ne risulta un lavoro eterogeneo, non solo per la varietà dei contributi – dalla fotografia di Paola Agosti, al cinema di Alina Marazzi, all’espressioni artistiche passate in rassegna da Raffella Perna – ma anche per la diversità degli approcci e delle conclusioni cui le autrici pervengono. Continua a leggere →

I confini di genere dell’Europa

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Da Euronomade

Il 26 febbraio Il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione basata sul rapporto presentato dalla deputata laburista Mary Honeyball che, pur non avendo carattere vincolante per gli stati membri, indica le linee guida in materia di prostituzione, individuando come riferimento il cosiddetto modello nordico, cioè quello abolizionista in vigore in Svezia, Irlanda e Norvegia e da dicembre anche in Francia. Il voto sulla risoluzione, con 343 favorevoli, 139 contrari e 105 astenuti, è stato trasversale, perché in linea di massima quasi equamente distribuito tra le fila dei conservatori del centro-destra (PPE) e quelle dei Socialisti e Democratici (S&D)

Non possiamo comprendere le indicazioni politiche del parlamento europeo, se non effettuiamo una analisi della dimensione di genere dentro il piano di ri/produzione dei confini della governance europea e degli stessi confini nazionali. Continua a leggere →